Quota 103 è una misura di anticipo pensionistico introdotta nel 2023, che consente di uscire anticipatamente dal mondo del lavoro se si hanno i seguenti due requisiti fondamentali: 62 anni di età e 41 anni di contributi versati maturati entro il 31 dicembre 2025.
La Legge di Bilancio 2025 ha confermato questa misura, mantenendo le penalizzazioni introdotte con la manovra del 2024, che hanno ridotto la platea dei beneficiari.
L’importo dell’assegno pensionistico viene calcolato esclusivamente con il metodo contributivo e non può superare i 2.466,28 euro lordi al mese, pari a quattro volte il trattamento minimo INPS previsto per il 2025. Se l’importo derivante dal calcolo contributivo dell’assegno dovesse superare i 2.466,28 euro lordi al mese, il pensionato percepirà soltanto la cifra entro la soglia fino al compimento dei 67 anni. Una volta raggiunta l’età pensionabile ordinaria, potrà ricevere l’effettivo importo della sua pensione.
La normativa stabilisce, inoltre, specifiche limitazioni sulla cumulabilità tra pensione e redditi da lavoro. Nello specifico essa stabilisce che l’assegno pensionistico non é compatibile con redditi da attività lavorativa salvo per i redditi derivanti da lavoro autonomo occasionale, purché non superino i 5.000 euro annui.
Quando si valuta l’opzione del pensionamento anticipato con Quota 103, bisogna considerare il meccanismo delle cosiddette finestre mobili, che stabilisce i tempi di attesa tra il raggiungimento dei requisiti per l’uscita dal mondo del lavoro e l’effettivo avvio dell’erogazione dell’assegno.
La legge di bilancio del 2025 conferma le modifiche rilevanti alle tempistiche delle finestre mobile introdotte dalla legge di bilancio del 2024, delineando un quadro normativo più complesso rispetto al passato. Per chi sceglie di accedere a Quota 103, infatti, sono previsti due periodi di attesa differenti, a seconda della categoria lavorativa:
- dipendenti del settore privato e lavoratori autonomi: devono attendere 7 mesidal
- momento in cui maturano i requisiti prima di ricevere il primo assegno pensionistico;
- dipendenti pubblici:il periodo di attesa è di 9 mesi, con tempi più lunghi rispetto agli altri lavoratori
Nel 2025, le prime decorrenze utili sono fissate al 1° agosto per i lavoratori del settore privato e autonomi e al 1° ottobre per i dipendenti pubblici.
Bonus Maroni:
La Legge di Bilancio 2025 ha introdotto modifiche significative al cosiddetto Bonus Maroni, ampliandone la portata e i benefici. Questa misura è destinata ai lavoratori dipendenti che, pur avendo maturato i requisiti per la pensione anticipata, scelgono di rimanere attivi e continuare a lavorare.
Il funzionamento principale del Bonus consiste nel versamento diretto in busta paga della quota di contribuzione IVS (Invalidità, Vecchiaia e Superstiti) a carico del lavoratore, che solitamente viene trasferita dal datore di lavoro all’ente previdenziale. La novità più rilevante è la detassazione completa di questa somma, che consente ai beneficiari di ricevere l’intero importo netto in busta paga. Questo vantaggio fiscale si applica sia ai nuovi aderenti, sia a coloro che già usufruiscono del bonus.
Un’importante estensione della misura riguarda i criteri di accesso: il Bonus, inizialmente riservato a chi maturava i requisiti per Quota 103, è stato esteso anche ai lavoratori che raggiungono i requisiti per la pensione anticipata ordinaria. In particolare, ne possono beneficiare gli uomini con 42 anni e 10 mesi di contributi e le donne con 41 anni e 10 mesi.
Grazie alla detassazione completa il bonus diventa un’opzione economicamente più vantaggiosa, in quanto permette ai lavoratori di aumentare il proprio reddito netto continuando la propria attività lavorativa e ritardando il momento del pensionamento.
Nel breve periodo, questo si traduce in un vantaggio economico netto: più soldi subito, maggiore reddito disponibile. Sul lungo periodo però, il discorso cambia. la parte di contributi non versati all’INPS non genera pensione futura. Meno contributi significano, inevitabilmente, un assegno pensionistico che cresce meno. Si ricorda, infine, che la fruizione del bonus segue le stesse regole delle finestre mobili previste per la decorrenza della pensione.
Si nota, secondo la stima di uno studio dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio, che nel 2025 potrebbero essere circa 7.000 i lavoratori effettivamente interessati al cosiddetto “bonus Maroni”. Una platea piuttosto ristretta, non solo per il basso livello di adesioni registrato in passato, ma anche perché per l’estensione dell’incentivo resta fondamentale valutare anche il profilo economico della decisione perché il vantaggio offerto dal bonus si riduce progressivamente con l’avvicinarsi dell’età pensionabile di vecchiaia, fissata a 67 anni.
Molti italiani, infatti, non sono più così attratti da queste forme di pensione anticipata. Nel primo semestre del 2025 il numero di chi ha lasciato il lavoro prima dell’età di vecchiaia è crollato del 17,3 per cento secondo i dati dell’Inps. In base ai dati raccolti dall’Istituto di previdenza sociale nei primi sei mesi di quest’anno le pensioni anticipate hanno avuto un calo piuttosto marcato rispetto a quelle liquidate nello stesso periodo del 2024. Sul calo hanno pesato sicuramente le novità introdotte nel 2024 come il metodo di calcolo contributivo per chi decide di uscire con quota 103 e l’allungamento delle “finestre”. Tutto questo ha sicuramente inciso sul brusco calo. Con la stretta sui requisiti e senza incentivi le misure non sono più considerate così interessanti e convenienti.